La relazione che ci “tocca”

Nell’ articolo precedente ho iniziato a parlare del contatto come fenomeno complesso. In questo articolo, prendendo spunto dalla teoria della Psicologia della Gestalt, analizzeremo il fenomeno come relazione, trovando i parallelismi con l’ osteopatia e più in generale con la medicina sistemica ( o olistica che si voglia chiamare).

 

per la psicologia della Gestalt non ha senso studiare un organismo come entità a se stante, ovvero estrapolandolo dal suo contesto. L’individuo e l’ambiente formano una totalità in perenne interscambio. L’elemento caratterizzante tale rapporto é il contatto, fonte di crescita e di cambiamento. Il buon funzionamento della persona può essere valutato dalla qualità del contatto, ossia dalla capacità dell’individuo di esprimersi con persistenza e chiarezza all’interno di un ambiente che suscita interesse e risponde in forma non prevedibile ai suoi bisogni.

 

Sviluppa così il modello del ciclo di contatto che si compone di 4 fasi:

 

  1. Il precontatto, la fase del sentire: emergere di una sensazione, che provoca eccitazione e sollecita l’interesse.
  2. Il contatto, la fase del pensiero o del “io voglio”: finalizzato a far emergere le risorse necessarie ad andare verso ciò che è utile alla soddisfazione.
  3. Il contatto finale, la fase dell’azione: viene agita l’azione più appropriata al raggiungimento dello scopo
  4. Il post-contatto, la fase del ritiro: Questa è la fase dell’appagamento. Completato il contatto finale, il ciclo si è compiuto e l’organismo è pronto per “sentire” un nuovo bisogno.

 

Il fine del contatto è la sopravvivenza stessa dell’organismo, azioni elementari come nutrirsi, difendersi, appartengono al ciclo di contatto, si capisce quindi, la fondamentale importanza di questo processo, attraverso il quale l’organismo può assimilare elementi utili alla propria crescita dall’ambiente e rifiutare quelli non assimilabili, secondo la propria gerarchia dei bisogni (Maslow).

 

Un altro aspetto che mette in risalto la teoria è la relazione. Ancor prima di nascere, il bambino è attivatore di relazione al pari dell’adulto, presenta, infatti, forme precoci di intersoggettività. Egli si muove alla ricerca del senso di Sé e dell’incontro con l’altro.

 

Egli, nel corso dello sviluppo evolutivo, alternerà la conoscenza curiosa del mondo, il gusto verso l’ esplorazione e la differenziazione dall’altro, con il senso di appartenenza e di indivisibilità dall’altro. Questo graduale modellamento combinato con la consapevolezza del senso di Sé e di parti del Sé determina la formazione dell’Identità: essa nasce nella relazione, in essa si sviluppa, e attraverso essa si rispecchia.

 

Questa esperienza va vissuta e consolidata nella relazione terapeutica, dove l’io e il tu formano una terza entità: la relazione

 

Il concetto di confine di contatto riconosce la natura paradossale del contatto, ove l’organismo mantiene la propria separazione e, contemporaneamente, ricerca l’assimilazione e l’unione. Il confine di contatto è la “terra di mezzo”, il terreno comune dove l’Io e il Tu si incontrano, dove avviene il contatto. È al confine di contatto che si produce l’esperienza della terza entità, la relazione (il Noi)

 

Il principio della connessione indica la totalità riconoscendone, al tempo stesso, le parti individuali di cui è composta.

 

La connessione ci ricorda che il nostro senso di differenziazione è corroborato dalla sotterranea energia dell’indivisibilità dall’altro e dal senso di pienezza e interezza interno a noi stessi e nel rapporto con l’altro e la comunità.

 

L’uomo contemporaneo, nell’ accettare la dinamica relazionale nella quale la persona e l’alterità (l’Io e il Tu) contribuiscono al benessere comune, unico e indivisibile, recupera il concetto di eudaimonia, con il quale Aristotele dichiarava che la felicità non può in alcun modo essere una esperienza solitaria ma è un bene comune.

 

Con questo articolo voglio sottolineare come il contatto terapeutico non si esaurisce nel momento del toccare ma inizia con la relazione, quindi anche questo momento di lettura di questo blog è terapeutico, non è semplicemente uno strumento di marketing, è l’emergenza di una relazione in un universo in cui tutto è in connessione.

 

Se la lettura di questo articolo ti ha “toccato” non esitare a contattarmi.

 

Per saperne di più

Ti piacerebbe approfondire l’argomento o hai domande al riguardo? CONTATTAMI!
Scrivimi o chiamami anche se desideri fissare un appuntamento.
Tel.: 3471364681

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.