Dottò, che vuol dire in parole semplici?

 

Questa domanda, che mi viene posta frequentemente nel mio lavoro, mi porta a scrivere di un argomento che mi sta molto a cuore ed evidentemente non solo a me: la “complessità in medicina”.

Ma come esprimere con parole semplici un argomento complesso?

Sembra quasi un paradosso, ma se analizziamo bene, complessità e semplicità sono due aspetti complementari.

La parola “complesso” deriva dal verbo latino complector, che vuol dire cingere, tenere avvinto strettamente, e, in senso metaforico, abbracciare, comprendere, unire tutto in se, unire sotto un solo pensiero e una sola denominazione.

La parola “semplicità” è riferibile a qualcosa che è fisicamente costituita da uno o un numero minimo di elementi essenziali tali da renderla facilmente comprensibile nella sua struttura e agevolmente riproducibile .

Quindi possiamo dire che, entrambi le parole, esprimono l’idea di unità in contrapposizione all’idea di molteplicità.

Quando si parla di medicina siamo abituati a vedere il corpo umano costituito da una molteplicità di elementi ognuno con  la propria pertinenza specialistica: il cuore di competenza della cardiologia; lo stomaco di competenza della gastroenterologia; le ossa di competenza dell’ ortopedia; e così via.

Ma questa complessità costituisce, contrariamente di come possa sembrare da una constatazione  superficiale, una unità funzionale le cui proprietà sono qualcosa di diverso della somma delle parti che la compongono. Costituiscono appunto un “sistema complesso”, le cui caratteristiche, come ci insegnano le scienze della complessità, sono la capacità di auto-organizzazione (l’emergenza spontanea di nuove proprietà dall’interazione delle parti), l’ apertura ad altri sistemi (il continuo scambio di energia e informazione con l’ambiente ) e la teleonomia funzionale (ovvero lo scopo del sistema, che nel caso dei sistemi viventi è la vita stessa). Quando una sola di queste proprietà viene alterata ecco che viene alterato tutto il sistema e di qui la disfunzione e la malattia .

Da quanto detto emerge l’importanza dell’informazione, semplice, libera e coerente, nella relazione terapeutica e in generale in ogni sistema vivente. Nell’ era dell’ informazione emerge la necessità della qualità e della modalità dell’ informazione, e di questo ne parlerò nel prossimo articolo.

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